
Hai mai sentito parlare di “Hikikomori”? Anche se in atto non è ancora una diagnosi ufficiale del DSM-5, con questo termine si tende a descrivere una particolare condizione che colpisce soprattutto i giovanissimi. Si tratta della propensione a “stare in disparte, isolarsi” che deriva proprio dal termine giapponese che deriva dal verbo “hiku” (tirare indietro) e “komoru” (ritirarsi). Dunque un vero e proprio ritiro sociale che viene però descritto ed osservato tendenzialmente in Oriente.
I sintomi specifici possono essere rintracciati in uno stile di vita sedentario principalmente centrato tra le mura domestiche, nessun interesse per attività esterne e difficoltà nel mantenere relazioni di qualsiasi tipo con l’esterno.
La vita degli “hikikomori” si svolge dunque nella loro cameretta, e le uniche relazioni con il mondo esterno avvengono attraverso internet tramite chat e social. Come precisato dal Ministero della Salute Giapponese il ritiro dalle attività sociali e la tendenza a rimanere in casa deve durare per quasi ogni giorno da almeno 6 mesi.
È importante rivolgersi ad un professionista per affrontare la sofferenza e le problematiche derivanti da tale disturbo, il trattamento psicologico deve essere iniziato quanto più precocemente possibile per cercare di ridurre soprattutto le difficoltà iniziali dei pazienti con ritiro sociale.